Maggio 2021 - Fitofarmaci in agricoltura. In Provincia il tavolo per aggiornare le regole.

 

Il 29 aprile si è riunita la prima Commissione consiliare della Provincia di Viterbo per discutere “l'aggiornamento delle Linee Guida provinciali per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari e per l'adozione di regolamenti comunali o intercomunali”. 

L'intento dichiarato della riunione era di aprire una discussione serena e condivisa su questo tema attuale, un dialogo con i portatori di interesse, con l’obiettivo finale di costituire una piattaforma normativa di supporto ai Sindaci per regolamentare l'utilizzo dei fitofarmaci sui loro territori.

Già nel 2015 la Provincia aveva elaborato delle Linee Guida che ora si intende aggiornare alla luce delle nuove normative europee e nazionali, in particolare il PAN.

L’iniziativa della Commissione provinciale sarebbe stata totalmente meritoria se, oltre ad invitare ufficialmente all'incontro amministratori e associazioni di categoria (presenti in forze),  fosse stato invitato un congruo numero di sostenitori di colture ecosostenibili (esperti di agroecologia, agricoltori biologici, bio-distretti, associazioni ambientaliste). Hanno presentato richiesta di partecipazione alcuni studiosi e rappresentanti di associazioni del territorio, ma non tutti hanno ricevuto l’invito.

Il resoconto dettagliato dell'incontro mostra un'apprezzabile volontà di rendere sempre più sostenibili i sistemi agrari della nostra provincia, anche quelli più compromessi (come le aree invase da monocolture). Tuttavia, i pochi interlocutori “scomodi” intervenuti a difesa della salute dei cittadini e dei territori sono stati spesso interrotti, mentre si è lasciato campo libero ai politici e alle associazioni di categoria, che hanno sottolineato l'esigenza primaria di promuovere la visibilità dei prodotti agricoli "di eccellenza". Preponderante è stata l'attenzione per la filiera del nocciolo, mentre non si è fatto il minimo cenno all'agricoltura contadina di piccole dimensioni e alle altre colture tipiche della Tuscia viterbese.

Si è avuta l'impressione, durante questo primo incontro, che invece di una discussione serena e di un confronto critico, ci si sia stato solo un monologo di una parte minoritaria e monocolturale del territorio (la lobby della nocciola) che vorrebbe dettar legge su tutta la provincia.

La Tuscia non è solo terra di conquista del nocciolo, ma una vasta zona di alto pregio paesaggistico e ambientale, con colture diversificate (olii e vini di alta qualità, legumi rinomati, ottimi ortaggi, ecc.), con risorse naturali importanti e una biodiversità ancora buona, sebbene sotto continuo attacco.

Un regolamento deve intervenire in sostegno delle zone sane, invece che in difesa dello status quo delle aree degradate. Deve sostenere le vere eccellenze della provincia, quelle naturali e culturali, agricolturali e gastronomiche, da sviluppare nel rispetto dell’ambiente. Deve difendere le aree protette e le risorse di acqua dolce, gli habitat e la biodiversità.  

Non è opportuno, e anzi può essere molto pericoloso, "omogeneizzare" la regolamentazione dell'uso di fitofarmaci in un territorio così diversificato e, soprattutto, pieno di siti protetti, come il SIC-ZPS Lago di Bolsena, ricchissimo di specie ittiche e ornitiche.

I pochi Comuni dominati dalla monocoltura del nocciolo non possono far prevalere le loro esigenze sui 35-40 Comuni, uniti in 3 bio-distretti, che si stanno impegnando per dare una svolta ecologica all'agricoltura dei loro territori.

E non si può tacere sui rischi che corrono tutti quei cittadini delle aree agricole degradate, dove le acque e le terre sono contaminate. Ogni anno la ASL di Viterbo pubblica il Registro Tumori che evidenzia proprio in quelle aree percentuali maggiori (rispetto alla media regionale e nazionale) di leucemie, linfomi e melanomi legate all'uso di pesticidi. L'interesse economico di pochi imprenditori agricoli non può prevalere sul benessere di tutta la comunità.

L'impostazione del tavolo provinciale sui fitofarmaci dovrebbe essere capovolta. Non è eticamente giusto assumere come punto di riferimento e di partenza la monocoltura del nocciolo. Non si può lasciare che una minoranza di Comuni e imprenditori possano definire la regolamentazione futura dell'uso dei fitofarmaci per tutta la provincia. Al contrario, bisognerebbe assumere come punto di partenza la difesa della biodiversità che ancora regna nella gran parte delle terre della Tuscia, nella gran parte dei Comuni uniti in bio-distretti e, semmai, stabilire delle deroghe eccezionali per quei territori che purtroppo, per scelte miopi degli ultimi 30-40 anni, si sono ritrovati a dover far uso abbondante di fitofarmaci per difendere le coltivazioni attaccate da parassiti (come sempre accade nelle monocolture).

Ogni volta che qualche Sindaco coraggioso prova a tutelare la salute dei suoi cittadini con misure di salvaguardia del territorio, alcune associazioni di categoria vanno in allarme e tentano di arginare la sua azione. Ad esempio, il sindaco di Nepi il mese scorso ha emesso un’ordinanza proprio per tutelare le sorgenti di acqua destinate al consumo umano, ma subito la Coldiretti ha biasimato la sua iniziativa. Nonostante ciò, Nepi e i comuni limitrofi non intendono arrendersi.

Ci auguriamo che il tavolo provinciale non sia stato convocato per limitare quel potere di "autorità sanitaria" che hanno i sindaci.

Il Bio-distretto Lago di Bolsena, anche se formalmente ancora non costituito, ha fatto sentire la sua voce e, grazie al suo Comitato Scientifico, darà il proprio contributo, redigendo delle osservazioni efficaci da presentare alla Commissione. È la prima volta che il nostro territorio unito può incidere concretamente per iniziare un vero cambiamento. 

L’Associazione Lago di Bolsena farà la sua parte per sollecitare il rispetto e la difesa dei siti Natura 2000 e degli ecosistemi acquatici, del paesaggio e della bellezza della Tuscia viterbese.

Non dimentichiamo, infatti, che nelle aree protette l'introduzione di colture che necessitano dell'uso di fitofarmaci e di prelievi importanti d'acqua (o di tecniche agricole invasive) deve essere sottoposta alla valutazione d'incidenza (VINCA).

Concludiamo con l’auspicio che la Provincia continui la discussione sulla regolamentazione dei fitofarmaci aprendo le porte a tutti i portatori di interesse che hanno a cuore l’agricoltura sostenibile, che certamente rappresentano la grande maggioranza.

 

Piero Bruni

 

Presidente dell’Associazione Lago di Bolsena