Marzo 2016 - Richiesta al MISE di revocare la concessione rilasciata alla ITW&LKW per gli impianti geotermici sull'Alfina

 

Al Ministro dello Sviluppo Economico Dottoressa Federica Guidi

 

            Il Consigliere Diego Righini della ITW&LKW Geotermia Italia S.p.A. con la lettera pubblicata su sole 24 ore del 2 Febbraio 2016 informa pubblicamente che la Società che rappresenta non ha mai pagato tangenti o elargito bustarelle. Prendiamo per buona tale affermazione malgrado l’inaccettabile tono arrogante nei confronti della Pubblica Amministrazione [vedi allegato 2].

 

            La ITW&LKW SpA ha un socio unico di diritto austriaco: ITW&LKW beteiligungs GmbH. La Società italiana è stata fondata da quella austriaca con un capitale di 200.000 euro. Il consiglio di amministrazione ha 5 membri, in maggioranza commercialisti. Il Sig. Diego Righini è il Consigliere espressamente delegato dalla Società per le relazioni pubbliche e per contrastare i detrattori del progetto [vedi allegato 4]. La Società aveva ed ha tuttora, un unico dipendente, presumibilmente una segretaria [vedi allegato 3].

 

            Le visure camerali del 2014 mostrano che la ITW&LKW italiana ha un debito di 4 milioni di euro di cui circa 3,5 milioni verso il socio unico e di circa 0,5 milioni verso fornitori [vedi allegato 6]. Il capitale è stato elevato nel 2015 a 1 milione di euro, ma dalle visure non si comprende se parte del debito verso il socio unico è stato convertito in capitale nel qual caso la situazione sarebbe rimasta praticamente immutata.

 

            Alla data del rilascio della concessione sull’Alfina, la Società aveva un capitale versato di 200.000 euro, cifra  superiore  al minimo previsto dalla normativa per l’apertura di una filiale in Italia, ma la casa madre non è una qualificata industria estera del settore, e sembra essere un intermediario con  qualche difficoltà di bilancio [vedi allegato 5].

 

            La  Società italiana non ha mai fatto un lavoro di qualsiasi natura e neppure il socio unico austriaco. Quindi la Società alla data della richiesta della concessione non aveva e tuttora non ha né i requisiti finanziari né quelli tecnici. Infatti per sopperire a quelli tecnici ha commissionato la progettazione degli impianti geotermici ad un consulente esterno [vedi allegato 7] ed ha nominato quale Project Manager il Prof. Franco Barberi influente membro del Comitato Idrocarburi e Risorse Minerarie (CIRM) che è l’ente che rilascia le autorizzazioni per la geotermia.

 

            Sorge il dubbio che vi sia un conflitto di interessi da parte del Prof. Barberi che aveva accettato l’incarico di Project Manager pur essendo membro del CIRM anche se, nella fase di votazione relativa alla domanda della ITW&LKW, è uscito dalla stanza e rientrato dopo la votazione. Uscire dalla stanza è sufficiente per cancellare il dubbio di conflitto di interessi? [vedi allegato 8]. E’ un fatto che il CIRM ha rilasciato alla ITW&LKW la concessione sull’Alfina, a cavallo dell’Umbria e del Lazio nei comuni di Castel Giorgio e di Acquapendente senza che la medesima avesse le condizioni tecniche e finanzirie previste dalla normativa.

 

            Il campo geotermico dell’Alfina è fra i migliori esistenti in Italia dato che alla profondità di 1000 metri la temperatura è di 150° centigradi.  Il campo geotermico era stato esplorato dall’ENEL con una quindicina di pozzi per cui non erano necessari i costi di ricerca ed era possibile l’immediata richiesta di sfruttamento della riserva geotermica [vedi allegato 9]. Inoltre la Società proponente ha ottenuto dal CIRM due impianti pilota sui 10 ammessi dal Governo. Il progetto iniziale prevedeva il ricupero di due pozzi abbandonati dall’ENEL, poi il progetto è stato modificato più volte fino ad arrivare ad un totale di 18 nuovi pozzi sempre con l’autorizzazione del CIRM.

 

            Le Associazioni ambientaliste, i Sindaci del comprensorio di Castel Giorgio e la Popolazione si oppongono alla realizzazione del progetto perché in contrasto con l’utilizzo del territorio [000], che prevede fra l’altro di estrarre in Umbria da sotto in bacino idrogeologico del Tevere 1000 tonnellate/ora di fluido geotermico per reiniettarlo sotto il bacino idrogeologico del lago di Bolsena mettendo a rischio di inquinamento da arsenico il sovrastante acquifero che alimenta la rete potabile del viterbese, e il SIC-ZSC lago di Bolsena [vedi allegato 10]. Nel Comune di Acquapendente il proponente ha ubicato la centrale proprio all’interno di una zona protetta ed anche in questo caso si verifica il rischio di inquinamento della falda acquifera che alimenta la rete potabile dell’orvietano. 

 

            Tutto ciò è affermato da eminenti geologi [vedi allegato 11] per cui, ammesso e non concesso che sussistano dei dubbi, vale il principio della prudenza. La LTW&LKW aveva come alternativa la tecnica DHE a basso impatto ambientale, ma non l’ha proposta forse perché ha un costo maggiore.

  

            Ci si chiede chi potrebbe avere organizzato e finanziato i 3,5 milioni di euro fin qui spesi per l’avviamento, dato che il socio unico, secondo le visure austriache, sembra essere un intermediario. Ci si chiede anche chi finanzierà i 50 milioni di euro per realizzare gli impianti. Se esiste un finanziatore, dovrebbe rendere palese la propria identità altrimenti le autorizzazioni degli impianti sarebbero rilasciate al buio senza sapere chi sarà poi l’effettivo responsabile per il risarcimento di eventuali danni, il ripristino dei siti, il completamento delle opere, ecc. Le azioni sono di proprietà austriaca e quindi per 25 anni gli utili, dovuti principalmente agli incentivi italiani, finirebbero legalmente all’estero.

 

            Considerato quanto precede, data l’evidente mancanza all’origine dei requisiti tecnici e finanziari richiesti dalla normativa, si chiede che venga revocata alla Società proponente la concessione e tutte le conseguenti successive autorizzazioni.

 

Associazione Lago di Bolsena – Piero Bruni – Presidente – 13/03/2016