Settembre 2016 - Nessuna tutela per i terremotati 

 

Con riferimento alla geotermia sull’Alfina tutti i giorni se ne legge una nuova. Dalla stampa si apprende che Regione Umbria ha approvato la seguente criptica delibera “l’atto di intesa non può prescindere da un accordo del Ministero dello Sviluppo Economico con gli enti locali per una soluzione condivisa delle problematiche territoriali emerse in merito alla realizzazione dell’impianto geotermico”. La Giunta sembra scusarsi con qualcuno per non poter concedere il consenso al progetto geotermico “per colpa” della contestazione della popolazione e dei 25 Sindaci del comprensorio. Invece di dimostrare solidarietà verso di loro deliberando un definitivo NO all’atto d’intesa, come era in suo potere e dovere, ha preferito restituire la patata bollente al Ministero. Ora i terremotati sanno chi ringraziare.

 

Il documento istruttorio che accompagna la delibera è illuminante. In esso sono evidenziati in vistoso grassetto alcuni discutibili argomenti favorevoli alla Società proponente, manca invece di menzionare che la medesima non ha referenze per lavori fatti, che non ha mai fatto un lavoro di qualsiasi genere, che ha un solo dipendente, che non ha un proprio ufficio tecnico, che il project manager è membro della commissione ministeriale che ha rilasciato l’autorizzazione per la ricerca, che il presidente della commissione per la valutazione di impatto ambientale si è speso pubblicamente per sostenere il progetto, che la scienziata dell’istituto di vulcanologia, che ha garantito l’idoneità geologica del progetto, è la moglie del project manager, che l’On. Abrignani, attualmente capo gruppo di ALA dell’On. Denis Verdini ha avuto un peso determinante nel processo autorizzativo.

 

Il documento non menziona che la società proponente è a socio unico, che non ha il capitale per realizzare i lavori, che è stata fondata da una società di intermediazione finanziaria austriaca per cui non si conosce la provenienza del capitale che in futuro dovrebbe arrivare tramite detto intermediario, che il valore delle azioni possedute dall’intermediario beneficerà di un ricco surplus senza muovere zolla, appena ottenute le autorizzazioni delle Regioni. 

 

Non menziona neppure il recente terremoto a Castel Giorgio e che la popolazione chiede a gran voce di essere rassicurata. Non menziona la lettera raccomandata del Comune di Bolsena con la quale il Sindaco fa presente alla Presidente Catiuscia Marini che non accetta di diventare la discarica dei reflui cancerogeni dell’Umbria dato che per 25 anni l’impianto preleverebbe dall’Umbria 1000 tonnellate all’ora di fluido geotermico per poi scaricarlo come refluo nel Lazio proprio sotto il bacino del lago di Bolsena.

 

Tutto ciò premesso, ancora una volta siamo a chiedere aiuto al Presidente della Commissione Ambiente della Regione Lazio Enrico Panunzi che è la persona giusta nel posto giusto, infatti è stato eletto dai cittadini del Viterbese e si trova in una posizione determinante.

 

Come noto il giacimento geotermico è un “condominio” a cavallo dell’Umbria e del Lazio e per sfruttarlo  è necessario che giunga alla Conferenza dei Servizi il consenso delle due Regioni. Se anche una sola lo nega, lo sfruttamento non si può fare. Con l’autorevole intervento del Presidente Panunzi si spera che la Regione Lazio, dimostri più trasparenza della Regione Umbria e che invece rinviare la decisione in attesa di moratorie o altro, utilizzi i propri attuali poteri per chiudere subito la vicenda deliberando un definitivo NO all’atto di intesa. Con grande dispiacere dell’On. Abrignani e dei suoi amici.

 

Piero Bruni – Associazione Lago di Bolsena