Maggio 2021 - Geotermia a Castel Giorgio: bisogna opporsi in tutti i modi

 

 

L'Associazione Lago di Bolsena insiste sull’importanza di opporsi alla minaccia dell’impianto geotermoelettrico di Castel Giorgio sia tramite vie legali sia con una vasta partecipazione pubblica, inclusa la costituzione del Biodistretto Lago di Bolsena. Se l'impianto di Castel Giorgio viene definitivamente autorizzato, il territorio attorno al lago rischia di diventare la Larderello delle Tuscia.

I dettagli legali della vicenda geotermica sono complessi, dato che le parti e le controparti che intervengo sono numerose: ITW-LKW, tre Ministeri, due Regioni, otto Comuni, tre privati ed altri. Chi è interessato ai dettagli può leggere i numerosi documenti e sentenze accessibili nei link interni di questa news. Il legale che ci assiste è l’Avv. Michele Greco, specializzato in questioni ambientali.

Per completare il quadro degli impianti geotermoelettrici, si ricorda che l’autorizzazione per l’impianto di Torre Alfina era stata concessa dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), ma negata dal ministero all’Ambiente (MATTM) per il fatto che sulla zona è vigente un vincolo ambientale. Contro tale diniego la società ITW ha fatto ricorso al TAR ed ha vinto la causa principalmente perché le controparti, certe della vittoria, non si sono presentate all’udienza. A seguito della sconfitta, le controparti hanno fatto ricorso al Consiglio di Stato che ha riconosciuto il vincolo ambientale e negato definitivamente l’autorizzazione all’impianto di Torre Alfina (210208).

Per quanto concerne l’impianto di Castel Giorgio, il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), sentito il parere del Ministero all’Ambiente (150403), aveva a suo tempo concesso l’autorizzazione a ITW ma, per completare l’iter autorizzativo, mancava il consenso della Regione Umbria che aveva lasciato la pratica su un binario morto. Il Dipartimento per il Coordinamento Amministrativo (DICA) della Presidenza del Consiglio dei Ministri, su richiesta di ITW, decise di confermare ugualmente l’autorizzazione, senza attendere il consenso della Regione Umbria.

Contro la decisione del DICA numerose controparti hanno presentato ricorsi al TAR (191030a – 191030b) con l’intento di bloccare l’autorizzazione. Nel frattempo il MISE aveva rilasciato a ITW il permesso di ricerca (203116) che contiene una serie di interessanti obblighi, fra i quali figurano le garanzie assicurative, la certificazione antimafia e tanto altro. Ma su richiesta di privati, il TAR ha emesso una ordinanza di rinvio (200909) dell’inizio dei lavori.

In questa fase la partecipazione della popolazione è stata appassionata e si è manifestata con la nota dimostrazione delle lenzuola e la raccolta di fondi (crowdfunding) per le spese legali. Finalmente, con riferimento ai ricorsi contro il DICA precedentemente indicati, il TAR ha emesso la sentenza (210216) che ha bloccato l’autorizzazione rilasciata a ITW per il permesso di ricerca e conseguentemente l’inizio dei lavori.

Contro tale sentenza del TAR, ITW ha fatto ricorso al Consiglio di Stato (210407) chiedendo fra l’altro di poter iniziare i lavori in attesa della sentenza definitiva. Il Consiglio di Stato ha emesso un'ordinanza (210516) con la quale autorizza ITW ad iniziare i lavori in attesa della sentenza definitiva che è stata fissata per il 16 settembre. I lavori prevedono varie fasi successive come descritto nel cronoprogramma (000000), secondo il quale la perforazione del primo pozzo inizierebbe dopo 5 mesi dall’inizio dei lavori, ossia a settembre.

In relazione a tale ordinanza si registrano numerose memorie e appelli incidentali (210427 – 210429 – 210429aemessi dalle parti in causa.

In breve: la sentenza definitiva verrà emessa il 16 settembre 2021, nel frattempo ITW può iniziare i lavori che inizialmente si svolgono in superficie e non prevedono l’inizio della perforazione del primo pozzo di prova fino a settembre, come previsto dal cronoprogramma.

Cosa possiamo fare a livello di popolazione? Il ricorso di ITW porta una serie di informazioni pro domo sua che vanno smentite. Occorre lanciare una vasta “operazione verità” sulla base dei seguenti argomenti che approfondiremo su questo sito:

1) che il progetto del Biodistretto Lago di Bolsena voluto dalla popolazione e da 20 comuni del Lazio e dell’Umbria è incompatibile con il progetto geotermico;

2) la società ITW è stata fondata in Italia con un capitale di 250.000 euro (in azioni da un euro) da un socio unico che era una società di intermediazione austriaca, a responsabilità limitata, ora in liquidazione, ma non è nota la provenienza dei milioni di euro investiti durante la fase iniziale di avviamento; la ITW non ha mai fatto un qualsiasi lavoro, conseguentemente, non ha la minima esperienza nel settore della geotermia;

3) che l’impianto aumenta il rischio sismico come ha dimostrato il terremoto a Strasburgo, causato da un impianto geotermico uguale quello di Castel Giorgio;

4) che l’impianto rischia di inquinare con fluido cancerogeno la falda potabile e il lago;

5) che gli incentivi elargiti alla geotermia per la produzione elettrica sono ingiustificati dato che esistono valide soluzioni alternative meno costose, meno rischiose e meno impattanti sull’ambiente.

Se il Consiglio di Stato autorizzasse Castel Giorgio si aprirebbe la strada a decine di richieste di ricerca attorno al lago di Bolsena. Dato che i due impianti di ITW prevedono ben 36 pozzi si può presumere che nella nostra zona potrebbero essere trivellate alcune centinaia di pozzi. Si consideri che la stessa potenza potrebbe essere ottenuta con solo due torri eoliche sul mare!

Il Biodistretto Lago di Bolsena, con la centralità del lago, rappresenta il futuro dei giovani e chiediamo proprio a loro di essere i principali protagonisti dell’operazione verità in quanto meglio degli adulti sanno utilizzare il potere informatico tramite i social e organizzare dimostrazioni pubbliche. Agli adulti raccomandiamo di usare il passaparola, la diffusione sui social, e di segnalarci i nominativi di geologi, ingegneri e giornalisti che potrebbero aiutarci nel raggiungere l’obiettivo di impedire la geotermia.

Per quanto riguarda l’azione legale, c’è molto che può essere fatto, ma le spese sono consistenti ed ancora una volta è necessaria una colletta popolare (crowdfunding). Abbiamo aperto un conto Bancoposta dedicato alla raccolta di contributi dedicati alle spese legali. Gli estratti conto verranno pubblicati su questo sito. Per i versamenti con bollettino postale all’Associazione Lago di Bolsena il numero del conto è 1054852254, mentre per i bonifici l’IBAN è: IT94 Z076 0102 8000 0105 4852 254, causale: "contributo spese legali no geotermia a Castel Giorgio".

La devoluzione del 5x1000 è una integrazione utilissima per le attività future dell’Associazione nel quadro del Biodistretto ma, dato che arrivano alla fine del prossimo anno, non sono utilizzabili per le spese legali che dobbiamo sostenere entro settembre. Per l’eventuale devoluzione del 5x1000: Associazione Lago di Bolsena ODV - Codice Fiscale 90013500567.

Si ringrazia chi vorrà contribuire ed impegnarsi personalmente: il 16 settembre può essere un giorno decisivo per il futuro del nostro Biodistretto.

Associazione Lago di Bolsena