Gennaio 2020 - La Soprintendenza interviene sui noccioleti a difesa del paesaggio e del patrimonio archeologico

 

 

Capodimonte - Noccioleti impiantati nell'area archeologica di Bisenzio in riva al lago


La Soprintendenza, con una lettera circolare del 27 gennaio 2020 inviata alla Regione, alla Provincia di Viterbo e ai Comuni della Tuscia, è intervenuta a tutela del paesaggio e del patrimonio archeologico minacciati dalla proliferazione dei noccioleti: 

"Procedimenti di autorizzazione in merito alla sostituzione di colture tradizionali con impianti di nocciole".

Una autorizzazione paesaggistica va chiesta alla Soprintendenza quando si intendano sostituire colture tradizionali con impianti di nocciole nelle “aree della Tuscia riconosciute beni paesaggistici di interesse archeologico” e "all’interno di aree classificate come paesaggio agrario di valore”. Quando gli impianti di noccioli, “essenze… non autoctone e palesemente non storicizzate”, vengono sostituiti alle tradizionali colture come quelle dell’olivo (con specie autoctone di elevato pregio), è necessaria l'autorizzazione paesaggistica perché “tali colture, oltre a comportare rischi per le locali produzioni di eccellenza, adducono una inevitabile alterazione dei caratteri identitari del paesaggio agrario e fondiario”. 

In osservanza del Codice dei beni culturali e del paesaggio e del PTPR-Lazio (Piano Territoriale Paesistico Regionale), la Soprintendenza ha specificato, inoltre, che si rende necessaria l’acquisizione dell’autorizzazione paesaggistica perché “le lavorazioni assai pesanti, veri e propri scassi che raggiungono una profondità spesso di molto superiore al metro” rischiano “di danneggiare gravemente le preesistenze celate nel sottosuolo e oggetto di tutela” (si veda il Codice dei beni culturali e del paesaggio, art. 146, e l’articolo 160 e seguenti per le sanzioni).